Arte e cultura

La chiesa parrocchiale

Dedicata al patrono San Tommaso Apostolo, fu edificata nel 13° secolo e consacrata il 2 aprile 1300 da Giacomo, vescovo di Trivento. Più volte danneggiata e rimaneggiata nel corso dei secoli, attualmente presenta una pianta a tre navate e un interno decorato con stucchi e dorature in stile barocco Luigi XV. Affrescata nella seconda metà del 700 da Paolo Gamba da Ripabottoni (affreschi in parte perduti). All'interno si possono ammirare gli altari con tarsie in marmi policromi e bassorilievi, un crocifisso ligneo e confessionali del 700. Sulla facciata principale è presente un portale tardo-rinascimentale in pietra locale. Il campanile è stato ricostruito nel 1710 dopo che il precedente era crollato a causa di un terremoto. È stata gravemente danneggiata da un incendio nel corso della II Guerra Mondiale e dal terremoto del 1984.

Lo "Studio"

Raro esempio di convento fortezza, lo Studio fu edificato intorno all'anno Mille da monaci benedettini per scopi difensivi dopo la distruzione del monastero di S. Michele Arcangelo in Barreggio da parte dei saraceni. L'edificio, già in stato di abbandono, ha subito gravi danni a causa del terremoto del 1984, che ha provocato il crollo della parete nord. Nell’inverno 2006 la struttura ha subito un nuovo cedimento che ha portato al crollo di parte della parete ovest.

Il Castello

Costruito dai feudatari Di Sangro nell’XI° o XII° secolo, il castello comprende una torre a pianta quadrata più antica e una torre a pianta circolare aggiunta nel XV° secolo per controllare l'accesso principale del paese. Le torri sono collegate da mura che nel complesso formano una struttura difensiva a pianta irregolare. Il castello, danneggiato dal terremoto del 1984, stata acquisito dal Comune nel 2006 e destinato a ospitare eventi culturali secondo un progetto di recupero conclusosi nel Giugno 2010 con la riapertura al pubblico del Castello.

Chiesa di Maria SS delle Grazie

La chiesa fu edificata la prima volta nel XIV secolo e consacrata nel 1345 da Andrea da Valleregia, vescovo di Larino, in località Baia, probabilmente sui resti di un edificio di culto più antico. Nel 1950, trovandosi sotto il livello d'invaso del nascente lago artificiale, fu ricostruita nella posizione attuale, con struttura identica all'originale e riutilizzandone gli elementi architettonici principali tra cui il portale e gli altari.

Altre chiese e luoghi di culto

Oltre alla parrocchiale di S. Tommaso e alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Barrea sono presenti diverse altre chiese e cappelle, alcune delle quali ancora in uso, altre sconsacrate e riutilizzate per altri scopi o andate in rovina. Si tratta di strutture di piccole dimensioni e in genere povere di ornamenti, ma che testimoniano l’importanza che ha avuto in passato la religione per gli abitanti di Barrea. Infatti, benché le condizioni di vita nel paese siano state quasi sempre ai limiti della sussistenza, la popolazione di Barrea ha destinato nei secoli passati una quota non trascurabile delle sue scarse risorse per la costruzione e conservazione di questi luoghi di culto.

Il centro storico

Il centro storico di Barrea si è sviluppato come borgo fortificato a partire da un nucleo originario costituito dallo Studio e dagli edifici circostanti. Il borgo è un esempio notevole di incastellamento a scopo difensivo tipico della fine del primo Millennio, fenomeno nato come reazione all'insicurezza causata dalle scorrerie dei Saraceni e degli Ungari. La struttura urbanistica del centro è rimasta sostanzialmente immutata nel corso dei secoli con una cinta difensiva formata da case-mura prive di aperture verso l'esterno e dotata di due soli accessi ben difesi.

L'antiquarium

Esposizione permanente che raccoglie all'interno corredi funerari, risalenti al VI secolo a.C., rinvenuti durante gli scavi alla necropoli in località "Colle Ciglio" di Barrea. I corredi funerari reperiti nelle tombe a cassone, tipiche dei Safini Pentri, sono tutte di bambini al di sotto dei 10 anni. Di particolare pregio sono alcuni resti di una collana in vetro fuso di importazione Fenicia e i vasi in 'bucchero' di scuola etrusca, contenitori costruiti con argilla arricchita di ossidi di ferro e cotti in speciali forni in assenza di ossigeno. I reperti esposti provengono da famiglie Safine appartenute ad una precisa casta, in quanto i bracciali in bronzo e le fibule sono personalizzati con precisi simboli.